Intervista al giovane calciatore Urbano Zucco

urbano zucco calciatore torino

Oggi a san Francesco splende il sole, e alla spicciola si presentano ai cancelli i vari giocatori, future promesse del calcio italiano, che avranno la possibilità di mostrare le loro doti e capacità nella sessione di test pre-stagionali dai quali uscirà la rosa definitiva della giovanile U21 della nazionale.

Abbiamo la possibilità quindi di conoscere meglio queste future promesse del calcio italiano, e stamattina incontreremo Zucco, conosciuto sul campo come Urbano Zucco, per scoprire qualcosa di più su questo giovane giocatore.

Ci raggiunge nell’atrio del Centro Tecnico, e subito ci colpisce per l’atteggiamento sicuro e lo sguardo sveglio; per chi non lo conoscesse parrebbe dai modi di fare un giocatore molto più navigato di quanto la sua giovane età consenta. Iniziamo quindi ad approfondire la sua conoscenza:

I: Zucco, in molti si sono sorpresi della tua convocazione per questi test; ti aspettavi questa possibilità?

U: Si, effettivamente sono rimasto sorpreso anch’io quando ho ricevuto l’invito ad essere qui oggi; in campionato non ho finora ottenuto i risultati che speravo, un po’ per sfortuna e un po’ per miei errori, ma probabilmente i selezionatori hanno visto nelle mie giocate qualcosa di più di quello che sono riuscito ad esprimere, e oggi sono qui per dimostrarlo.

I: Sappiamo Zucco che tu hai un’altra forte passione nello sport oltre il calcio; vuoi parlarcene?


U: Certamente! Sin da quando avevo 10 anni ho sia giocato a calcio, iniziando con piccole squadre di periferia, e sia corso in motocross, inizialmente con la moto messa a disposizione da mio padre per cominciare a prendere confidenza con le piste per poi essere ingaggiato dalla una piccola squadra Honda per gareggiare nel campionato locale nei periodi in cui il la stagione del calcio è in pausa.


I: sicuramente due impegni gravosi in termine di tempo e energie spese; come pensi di poter gestire le due realtà se la tua carriera dovesse proseguire in entrambe?



U: Sicuramente dovrei fare una scelta, oggi come oggi sono ancora indeciso, vista la passione che ci metto in entrambe, ma credo che se i risultati del test odierno saranno quelli che mi aspetto, e dovessi essere convocato in Nazionale U21, sarò forzatamente costretto ad appendere il casco al chiodo e dedicarmi unicamente al calcio.



I: Parliamo della tua stagione fin qui disputata come punta della squadra; qual è il momento più bello che ricordi e quale quello che vorresti dimenticare quanto prima?



T: Il momento più bello è certamente la partita d’esordio; ricordo ancora l’emozione nell’attraversare le porte che danno accesso al campo, la sensazione provata calpestando l’erba ancora umida di rugiada mentre i cori dello stadio inneggiavano a tutti noi… è stato letteralmente unico! Il momento peggiore? Quando alla 4° partita di campionato, dopo aver sbagliato 2 tiri apparentemente banali che avrebbero portato in vantaggio la squadra ed un rigore sparato molto sopra la traversa, il mister mi ha raggiunto negli spogliatoi durante l’intervallo e fissandomi dritto negli occhi ha detto: mi chiedo francamente cosa tu faccia qui, con la maglia della mia squadra indosso, quando da quello che ho visto ti manderei a giocare al campetto dell’oratorio. È stato davvero umiliante.



I: grazie mille Zucco per la possibilità che hai dato ai lettori di conoscerti meglio, e la sincerità con cui hai risposto a domande forse “scomode”; ti auguriamo il meglio per oggi



T: grazie mille a voi, spero presto che mi intervistiate nuovamente come nuova punta della Nazionale giovanile!

 

 

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(Trattasi di un racconto di fantasia dove avvenimenti e nomi sono stati inseriti allo solo scopo di più dare più vigore al racconto)

 

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